Friday, September 14, 2012

Manuale di sopravvivenza in Danimarca: la pensione

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Ciao a tutti,

come disse un membro del gruppo Facebook di Italiani in Danimarca, “la maggior parte di voi ha in media l'età di Jobs quando lo buttarono fuori dalla Apple), ma se lavorate in Danimarca non dimenticate la pensione”. In effetti Italia e Danimarca hanno due sistemi pensionistici diversi: benché simili nella sostanza, sono molto diversi nella forma. Una cosa su cui mi sento di insistere è: non importa che ci vediamo o meno vecchi in Danimarca. Una volta che abbiamo la nostra pensione, possiamo farne quello che vogliamo. Molti pensionati danesi si comprano casa al mare in Italia e vanno li a svernare. Dal mio punto di vista è fare il meglio che possiamo ora, per avere il meglio che possiamo dopo.

Come funziona la pensione in Italia e Danimarca
Il sistema italiano va direttamente nella busta paga e detrae una percentuale a fini pensionistici (i famosi contributi) senza che il lavoratore debba pensare alla propria pensione, garantisce a chi ha lavorato una pensione più alta della minima in relazione al numero di anni lavorati ed ai contributi versati, senza che il dipendente se ne debba preoccupare. Il sistema danese invece garantisce solo la pensione minima e quinidi costringe a risparmiare fin da giovanissimi, a farsi mutui molto grandi su 30-40 anni per comprarsi una casa grande da vendere quando si andrà in pensione (andando ad arricchire il fondo pensione), oltreché a detrarre una parte del proprio salario a fini pensionistici, perché tutti riceveranno solo la pensione minima. Ogni buon danese di 30 anni ha a suo carico tre mutui: casa, macchina e studi (perchè se è vero che ogni studente danese riceve 6000 corone al mese per sei anni di studi universitari – circa 800 Euro – è pur vero che molti raddoppiano con prestiti d'onore perchè la vita nelle città universitarie maggiori è troppo cara).

Ok, ma in Danimarca? La folkepension
La pensione mimina è garantita anche in Italia, ma la pensione per chi ha lavorato dipende dai contributi, cioè da quanto il contribuente ha versato (percentuale del salario) e per quanti anni.
In Danimarca, tutti possono andare in pensione a partire dal 65.mo anno di età, indipendentemente da quanto si è lavorato. In Danimarca, la pensione minima (la folkepension) è garantita a tutti. Punto. Ma solo quella.
Gli stipendi all'estero sono più alti di quelli in Italia anche per questo motivo: il datore di lavoro non deve pagare nulla in più, tutto è in capo al dipendente.
Il resto di un ipotetico fondo pensione in Danimarca viene pagato dal lavoratore, trattenendolo volontariamente dal proprio salario, mettendolo appunto in un fondo pensione. Per avere l'intero ammontare della folkepension in Danimarca, è necessario passare in Danimarca almeno 40 anni dai 16 anni a 65. L'ammontare finale viene calcolato in quarantesimi , in base agli anni di permanenza in Danimarca, dal momento dell'iscrizione all'anagrafe (quando si ottiene il CPR). Per esempio, io sono arrivato in Danimarca quando avevo 31 anni, quindi potrò al massimo avere 34/40 di quella che in Italia chiamiamo la pensione sociale e che in Danimarca si chiama Folkepension.

Mi sembra la storia della cicala italiana e della formica danese...Ne discuto con alcuni danesi e dico “alla fine non mi sembra giusto che tutti riceviamo lo stesso, indipendentemente da quanto abbiamo lavorato (e quante tasse abbiamo pagato), perchè abbiamo contribuito differentemente al mantenimento del welfare”. Normalmente la risposta (candida, devo dire) è più o meno così: “Beh ma se hai versato molte tasse, vuol dire che hai guadagnato bene, quindi sta a te mettere da parte una parte del tuo salario in pensione”.


Cose da controllare quando si valuta un'offerta di lavoro in Danimarca.
  1. Salario su base annuale e non mensile: in Danimarca ci sono 12 mensilità mentre in Italia ed in altri paesi si applicano 13.80 o 13.92 mensilità. I paragoni, si sa, lasciano il tempo che trovano. Quando si cambia paese lo si fa anche e soprattutto perchè si ha bisogno di un cambio. Guadagnare di più o di meno, a questo punto, può non essere un fattore di cui teniamo in conto. Tuttavia, per avere un'idea di quanto guadagnerete e del tenore di vita che potrete affrontare, vi consiglio di prendere in considerazione il salario annuale.
  2. Piano pensione: come dicevo, in Danimarca l'impiegato può scegliere o concordare con l'impresa quanto trattenersi dallo stipendio e metterlo in un fondo pensione. Molte imprese offrono un piano pensione come parte dell'offerta di lavoro. Come per la A-kasse, pochi lo conoscono ma consiglio di farlo. Informatevi se c'è un'opzione presente nel contratto, in caso contrario contattate la vostra banca per un piano pensione privato. La quota del salario destinata al piano pensione non viene tassata (viene tolta dalla quota imponibile, quella su cui si pagano le tasse) e quindi si pagano meno tasse in totale, oltre a mettere da parte soldi per la vecchiaia.
  3. Il preavviso: in Danimarca, normalmente è di un mese durante i primi tre mesi e tre mesi per i seguenti tre anni di lavoro con lo stesso datore di lavoro, a crescere. Durante il preavviso, si continua a percepire il salario come se si lavorasse e le ore (ipoteticamente) lavorate, contano per il dagpenge. Se lasciate un lavoro per un altro, calcolate bene per non andare nei casini.
Spero che vi sia stato utile, anche se probabilmente noioso...aspetto i vostri commenti!
Come dice Umberto Eco, “Scusate la lunghezza, avevo poco tempo”.

Un abbraccio a tutti,
Francesco

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